La storia del profumo
La nascita del profumo affonda le sue radici nel passato, si sviluppa insieme all’uomo. In particolar modo le scoperte archeologiche hanno portato alla luce l’esistenza di oli profumati ed unguenti già nell’antica civiltà dei Sumeri, una delle popolazioni più antiche della terra.
Su una tavoletta datata al secondo millennio a.c. appare il nome di quello che è stato definito il primo chimico al mondo: Tapputi, un creatore di profumi tramite la distillazione di fiori, olio e calamo. Miscuglio che filtrava e successivamente ridistillava per più volte.
I consumatori più assidui nel mondo antico erano gli Egizi. Alessandria era la sede di laboratori per la preparazione di balsami preziosi impiegati sia per la profumazione del corpo sia all’interno di riti religiosi. Noto era anche il cerimoniale e la grande importanza che questo popolo riserva ai defunti. Pertanto erano impiegati nel rituale dell’imbalsamazione delle mummie. La concentrazione di tali olii era talmente alta, che, dopo 3300 anni dalla morte di Tutankhamon, all’apertura della sua celebre tomba esalò un’essenza profumata. Le essenze profumate, come la #mirra e l’olio di #cannella, erano adoperate nel processo di imbalsamazione la cui durata poteva variare tra i 40 e i 70 giorni. Ramses III, nei suoi 31 anni di regno, offrì al tempio di Amon più di 9000 contenitori di incenso e di olii profumati.
Uno dei primi profumi.
L’incenso è stato uno dei primi e dei più utilizzati tra i profumi. Altro non è che una sostanza resinosa, prodotta inizialmente in Oman, nella penisola arabica che a un certo punto divenne più preziosa persino dell’oro. L’incenso ha anche dato un contributo molto importante alla creazione dei regni arabi. Chi ha letto la #Bibbia sa che viene nominato per ben 113 volte nel Vecchio Testamento. Il commercio dei profumi ha portato tanta prosperità alle città fenicie e greche. A Cipro i profumi sono diventati alla moda, quando al composto di erbe e spezie quali #mandorle, #coriandolo, #mirto e #bergamotto vennero affiancate essenze di #rosa, #iris, #giglio oppure #gelsomino. Ed è proprio a Pyrgos (Cipro) che sono state rinvenute le reliquie più antiche mai ritrovate. Si stima che esse abbiano più 4000 anni e si è scoperto che le boccette di profumo, i contenitori per il miscuglio e le ricette rinvenute a Pyrgos, facessero in realtà parte di un laboratorio enorme di profumi, di oltre 4.000 metri quadri.
Le tecniche di preparazione.
Le tecniche di preparazione dei profumi sono rimaste rudimentali fino alla fine del Medioevo. Gli ingredienti adoperati venivano macinati, schiacciati, bolliti e impregnati di oli oppure di grassi. Nonostante i romani fossero buoni intenditori e forse i più raffinati utilizzatori di profumi, non hanno apportato alcuna innovazione importante alle tecniche di preparazione; queste si svilupparono solo intorno al IX e X secolo, grazie a scienziati persiani e arabi.
Sebbene il metodo d’utilizzo dell’alambicco (apparecchio per la distillazione) fosse conosciuto dall’antichità, una delle sue prime descrizioni venne ritrovata ne “Il libro del profumo e della distillazione” scritto dal chimico arabo Al-Kindi (Alkindus). Questo manuale contiene oltre un centinaio di ricette per la preparazione degli oli, dei balsami e delle acque profumate.
Sarà successivamente il filosofo, scrittore e chimico iraniano Ibn Sina (Avicenna) a introdurre il processo di estrazione dell’olio dai fiori tramite la distillazione, procedimento adoperato anche oggi. La denominazione alambicco indica proprio una parola di origine araba – al ‘inbiq). Avicenna incominciò tale processo di estrazione a partire dalle rose; la sua creazione – l’acqua di rose – divenne estremamente popolare, essendo più delicata e più facile da usare rispetto ai miscugli pesanti di olii ed erbe e ai petali macinati.
Nel XIV secolo la scienza del profumo e l’arte della preparazione del profumo, penetra anche in Europa, grazie all’espansione dell’Islam.
Il primo profumo reale.
Il primo profumo moderno è stato creato nel 1370, su richiesta di Elisabetta, regina d’Ungheria. Ma l’acqua della regina d’Ungheria, miscuglio di essenze di rosmarino, macerate nell’alcool, non si è dimostrato solo un semplice profumo, ma anche un rimedio eccezionale per i reumatismi.
In realtà la profumeria ha avuto modo di svilupparsi soprattutto nell’Italia rinascimentale. Infatti molte formule e ricette vecchie, raccolte da tutto il mondo, sono state reinventate oppure migliorate proprio in quel periodo. Nel XVI secolo, le migliorie italiane sono penetrate in Francia, grazie al matrimonio di Enrico II con Caterina de Medici; quest’ultima ha lasciato Firenze accompagnata dal suo profumiere personale, René (Renato) il Fiorentino. Si racconta che le camere della regina e il laboratorio del fiorentino (altrettanto bravo nella preparazione dei veleni) fossero connessi da un corridoio segreto; tutti questi stratagemmi erano volti ad evitare qualunque rischio d’uscita dal palazzo di quelle preziose ricette.
Prende, poi, il sopravvento la Francia che diventa uno dei più importanti centri di produzione di profumi e cosmetici proprio grazie a René e all’interesse sempre maggiore manifestato dalla nobiltà nei confronti dei profumi.
Tra i secoli XVI e XVII, il profumo era usato con l’unico scopo di nascondere gli odori corporali, causati dalla scarsa igiene. Vi era la credenza generale che i bagni frequenti provocassero la peste e altre malattie ancora. Inoltre il profumo veniva applicato anche sui capi d’abbigliamento, soprattutto sui guanti.
Durante tutto questo periodo la città di Grasse diventa una specie di capitale del profumo, primato che detiene ancora oggi. Qui vengono infatti perfezionate tutte le tecniche di estrazione delle essenze floreali delicate.
Con l’arrivo del secolo XVIII, il profumo comincia ad essere usato dappertutto: corpo, abbigliamento ed accessori. La corte del re Lodovico XV veniva definita “la corte profumata”; questo era dovuto evidentemente all’utilizzo eccessivo dei profumi su vestiti, mobili e pelle.
L’ultima tappa.
L’ultima tappa rivoluzionaria della storia del profumo è posta alla fine del XIX secolo, in concomitanza con lo sviluppo industriale. Si assiste inizialmente alla fabbricazione dei prodotti in serie; poi alla nascita dei grandi magazzini e infine alla comparsa dei primi prodotti di sintesi. Tutti questi cambiamenti sono dovuti allo sviluppo della chimica organica. Nel 1889 la storica maison Guerlain creò il primo profumo della storia che affianca elementi naturali e di sintesi (vanillina, cumarina). Da questo momento in poi inizia lo sviluppo del profumo in senso moderno, come lo conosciamo anche oggi.